TENDINOPATIE DEL TENDINE D’ACHILLE
Negli articoli precedenti abbiamo visto la relazione fra piede e postura e come si dovrebbe organizzare il recupero funzionale per una problematica all’articolazione tibio-tarsica.
In questo articolo parleremo di una delle due maggiori problematiche tendinee che gravano sul compartimento della caviglia, la tendinopatia dell’Achilleo, lesione che può diventare relativamente invalidante a causa del dolore e del gonfiore localizzato tipicamente nella porzione medio-bassa del tendine.
IL TENDINE D’ACHILLE
Il tendine d’Achille è il più grande e resistente del corpo umano e rappresenta l’inserzione dei muscoli gastrocnemio (gemello) e soleo sulla porzione posteriore del calcagno.
La funzione biomeccanica di un tendine è quella di trasmettere le forze dal muscolo all’osso: questo presuppone la presenza di un tessuto (connettivo) con caratteristiche combinate di rigidezza (stiffness) e elasticità. L’orientamento delle fibre connettivali (collagene) nel tendine non sottoposto a stress è curvilineo (come un’onda). È sufficiente una tensione che provoca una deformazione del 2% per produrre uno stiramento completo delle fibre che si orientano linearmente. Con una deformazione del 4% i fasci di collagene garantiscono ancora la possibilità di un ritorno alla posizione neutra (orientamento curvilineo). Con una deformazione del 5-8% si verificano i primi piccoli danni microscopici alle fibre collagene. Oltre l’8% di deformazione avvengono le macro-rotture.
Da un punto di vista vascolare è caratterizzato da tre territori irrorati di cui uno, quello intermedio-distale posto appena sopra al calcagno, marcatamente ipo-vascolare.
FATTORI DI RISCHIO, CAUSE E INCIDENZA
L’origine esatta della patologia Achillea non è ancora del tutto nota. Certamente è di origine traumatica o micro-traumatica e presuppone l’esistenza di un “locus minori resistentiae” ovvero una porzione di minor resistenza. L’80% delle lesioni, infatti, avviene proprio nel terzo intermedio-distale del tendine, quello poco vascolarizzato.
I fattori di rischio, che aumentano le probabilità di lesione sono molteplici:
- Iper-pronazione, disallineamento del piede e postura globale.
- Patologia cronico-degenerativa con interesse neurologico o vascolare come obesità, ipertensione, diabete.
- Sedentarietà e fumo.
- Invecchiamento: sono maggiormente colpiti gli sportivi fra i 30 e 40 anni e gli anziani.
- Genere: uomini 90%, donne 10%.
- Stress ripetuti, soprattutto con preparazione fisica non idonea.
- Qualità della calzatura utilizzata e tipologia di terreno con cui il piede si relaziona.
- Tipologia di attività fisica praticata.
I meccanismi traumatici più comuni sono la flessione plantare attiva forzata (punta del piede verso il basso) a ginocchio esteso oppure la flessione dorsale improvvisa e forzata (punta del piede verso l’alto).
CURA E RECUPERO
A seconda della tipologia di lesione si opta per l’intervento chirurgico con tecnica open o percutanea, abbinato all’uso di fattori di crescita o per il trattamento conservativo. Come nel caso del recupero funzionale per l’articolazione della caviglia, al quale si rimanda per approfondimenti, l’organizzazione del percorso terapeutico viene suddivisa in fasi:
- Fase I: riduzione del dolore e del gonfiore.
- Fase II: recupero dell’articolarità.
- Fase III: recupero stenico.
- Fase IV: recupero della propriocezione.
- Fase V: recupero dei gesti sport specifici.
Nello specifico, per le tendinopatie dell’Achilleo risultano particolarmente efficaci (80-90%) i lavori di tipo eccentrico, inseriti in tutte le fasi del recupero.
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