Introduzione
L’estate è il periodo in cui il 90% di noi pensa alle vacanze, alle ferie e allo staccare delle solite abitudini, dalla routine. Nel campo dell’esercizio fisico questo periodo presenta tre diversi scenari, che analizzeremo brevemente:
- Periodo di gara per altri sport
- Off-season per alcuni sport
- Pausa estiva per il praticante “fitness”
Il periodo di gara
Come visto in un precedente articolo su allenamento e off-season, le discipline “a calendario ristretto” sono caratterizzate dal periodo di gara nella stagione estiva (es. atletica leggera), pertanto affrontano un piccolo momento di pausa nel periodo invernale, spesso a cavallo delle festività natalizie.
L’off-season
Sempre nello stesso articolo si parla anche di off-season ovvero il periodo dell’anno caratterizzato dall’assenza di competizioni, che nel caso di alcuni sport (soprattutto quelli di squadra come calcio, basket, pallavolo) dura appunto un paio di mesi, quelli estivi. In questo caso possono verificarsi due casistiche:
- L’atleta d’elite, il professionista che userà questo periodo per colmare lacune, lavorare su piccoli infortuni e scompensi creati durante la stagione e migliorare la performance per la stagione successiva.
- L’atleta dilettante, che occuperà questo periodo con tornei non competitivi e attività ludico-sportive inerenti alla sua disciplina, oppure interromperà qualsiasi attività.
È chiaro che i due atleti affronteranno la ripresa degli allenamenti in due modi completamente diversi:
- Per l’atleta d’elite non si può parlare di una vera ripresa degli allenamenti, ma solo di un ritorno alla preparazione atletica tipica della sua disciplina sportiva. I rischi annessi alla ripresa, in questo caso saranno ridotti al minimo, soprattutto se il periodo di off-season è stato adeguatamente sfruttato.
- L’atleta dilettante, spesso, interrompe l’attività per un periodo prolungato (superiore alle 3 settimane) ed è soggetto a una proporzionale e progressiva diminuzione di resistenza aerobica, forza, massa e resistenza muscolare, mobilità articolare e coordinazione motoria. Perciò sarà esposto a un maggior rischio di incappare in quelle criticità tipiche della ripresa degli allenamenti, che, solitamente, partono senza un’adeguata progressione metodologica.
E il praticante “fitness”?
Lo scenario nel fitness è il più variegato: si passa dal praticante che interrompe per 2-3 mesi “per il caldo”, a quello che interrompe la routine di allenamento solo per il periodo di ferie (un paio di settimane). Cercando di semplificare, la diminuzione di tutti i parametri della performance morfo-funzionale del soggetto sarà proporzionale alla durata del periodo di interruzione. Altrettanto proporzionale sarà il rischio di criticità alla ripresa!
Quali criticità?
Generalmente, l’assenza di una diagnosi motoria che inquadri lo status morfo-funzionale del momento di quello specifico soggetto fitness o di quello specifico atleta e quindi la mancanza di un corretto dosaggio degli stimoli allenanti sono i fattori che più condizionano lo sviluppo di criticità. Le più comuni sono:
- Infortuni muscolo-connettivali da sovraccarico o da de-programmazione motoria
- Infortuni osteo-articolari da overuse e sovraccarichi ripetuti
Cosa fare?
I consigli che sentiamo di proporre a livello generale sono due:
- Senza la corretta diagnosi motoria sarà impossibile applicare il giusto dosaggio dello stimolo allenante, perciò siate sicuri che alla ripresa della stagione di allenamento ci sia qualcuno che vi sottoponga a questa prassi!
- Programmate gli stimoli allenanti solo in conseguenza alla diagnosi motoria e con un’adeguata progressione di intensità!
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