Il rischio di infortuni nella ripresa delle attività – parte 2

Infortunio prevedibile o imprevedibile?

Come abbiamo accennato nell’articolo precedente, l’infortunio dovuto a un trauma accidentale e improvviso non è prevedibile e quindi non può essere pre-condizionato. Diversamente, tutti gli infortuni dovuti a microtraumi ripetuti, disfunzioni motorie e lacune tecniche, che provocano lesioni sul medio e lungo periodo possono essere accuratamente evitati. Nella maggior parte dei casi, i due principali fattori di rischio per le lesioni di questo tipo sono:

  • Disfunzioni motorie e posturali
  • Overtraining

Disfunzioni motorie e posturali, nel dettaglio

Le asimmetrie motorie, le alterazioni biomeccaniche di alcuni distretti muscolo-scheletrici e le lacune neuromuscolari degli stabilizzatori articolari attivi (muscoli che stabilizzano le articolazioni durante il movimento) portano, con la progressione di tempo e carichi di allenamento, a sovraccaricare alcune componenti muscolari, tendinee, legamentose, articolari. Il continuo carico, oltre le capacità di questi sistemi, li porta inevitabilmente in una condizione che può essere definita di “overtraining” e potenziale lesione.

Overtraining, nel dettaglio

È difficile definire in poche parole quella che a tutti gli effetti è una sindrome biologica multifattoriale. È sufficiente capire che la causa principale di questo problema è l’eccesso prolungato di sollecitazioni motorie o, meglio, la carenza sistematica di un adeguato recupero tra una sollecitazione motoria e quella successiva: quella che volgarmente viene chiamata fatica. Le conseguenze principali sono:

    • Affaticamento generalizzato e prolungato
    • Decadimento cronico della prestazione
    • Alterazioni dello stato dell’umore
    • Disfunzioni del sistema immunitario
    • Alterazioni della funzione riproduttiva
    • Aumento del rischio di infortuni muscolo-scheletrici

La fatica

La fatica è una condizione che ha un’eziologia duplice, è causata da due processi che interagiscono fortemente e si sovrappongono costantemente:

  1. Fatica centrale, a carico dell’ambiente e delle funzioni dei neuroni del sistema nervoso
  2. Fatica periferica, a carico dell’ambiente e delle funzioni biochimiche dentro e appena fuori dalla cellula muscolare

Prevenzione o cura?

Nel caso di un infortunio dovuto a un evento accidentale non si può fare altro che rimboccarsi le maniche e procedere alla cura del problema, seguendo il corretto iter clinico: ortopedico/fisiatra – fisioterapista – chinesiologo/osteopata. È evidente che l’obiettivo ultimo della cura sia la prevenzione delle potenziali recidive. 

Per prevenire gli infortuni di tipo microtraumatico progressivo è indispensabile un programma di esercizio fisico / preparazione atletica coerente con le caratteristiche fisiologiche del soggetto e che tenga conto anche delle caratteristiche epidemiologiche dell’attività che dovrà praticare. Risulta utile, inoltre, un controllo sistematico di alcuni marker biologici della fatica come:

  • Variabilità della frequenza cardiaca
  • Bioimpedenza vettoriale
  • Sonno
  • Marker ematici dell’infiammazione

Conclusione e suggerimenti

In conclusione, alla ripartenza, attenzione ai microtraumi, subdoli e difficili da evidenziare se non con una corretta diagnosi motoria / profilazione predittiva, e precisione nell’inserimento del recupero all’interno della routine di allenamento.

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