La visita osteopatica

 Abbiamo parlato di low back pain e quando l’osteopatia può essere utile e l’osteopata può intervenire per farti stare meglio. 

Tra i problemi e i fastidi più diffusi ci sono quelli che riguardano la fascia toraco-lombare. Questa zona gioca un ruolo fondamentale in molti mal di schiena cronici

Perché?
La fascia toraco-lombare (importante struttura connettivale) crea un continuum fra la zona lombare e l’addome. Gli stessi legamenti viscerali dell’intestino vanno ad ancorarsi alle vertebre lombari, senza dimenticare un importante muscolo come l’ileopsoas che prende il nome di “muscolo spazzino” proprio per la sua capacità di favorire il movimento colico.

Altro importante protagonista è il sistema nervoso che vede a livello lombare le “centraline” di controllo del nostro intestino. Tutto ciò che non funziona viene trasmesso ed elaborato a livello lombare. Ecco che se dall’anamnesi emerge ad esempio un quadro di stipsi ed un mal di schiena restio ai protocolli standard di trattamento si vanno ad indagare probabili correlazioni viscero-somatiche. 

Se i test clinici indicano una correlazione viscerale l’osteopata individua un protocollo di trattamento personalizzato per favorire il corretto transito intestinale ed insieme al nutrizionista una dieta adeguata al ripristino delle funzioni fisiologiche. In questo caso quindi…

 Come si svolge una visita dall’osteopata?

Il primo approccio con il paziente avviene con un’accurata anamnesi. È di fondamentale importanza infatti ricostruire attentamente la storia del soggetto per trovare le correlazioni che l’hanno portato a manifestare quella specifica sintomatologia

  1. Si parte chiedendo il motivo del consulto per poi analizzare le caratteristiche del dolore:
    quando e come è insorto?
    da quanto è presente?
    quali sono i rimedi adottati per combatterlo?
    visite e referti eseguiti..
    Tutto questo per inquadrare allo stato attuale la problematica!
  2. Si procede con un’analisi più “remota” dei traumi subiti dal soggetto: fratture, distorsioni, interventi chirurgici, traumi ed incidenti..
  3. Abitudini: lavoro e mansioni, attività fisica, farmaci assunti, dieta..

Ogni domanda può aprire o chiudere una chiave di lettura del problema. Ciò che va a consolidare una teoria piuttosto che un’altra è la clinica.

4. Il soggetto viene sottoposto a valutazione posturale e differenziale con test specifici a seconda del sintomo. A questa si aggiungono poi: test di mobilità, forza, riflessi ed inibizione. 

Una volta ottenuti tutti i risultati si può innanzitutto capire se il paziente rientra fra le competenze dell’osteopata e qualora ci siano gli estremi per il trattamento manuale si va ad impostare un protocollo di trattamento. 

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